La Bosnia vieta l'aereo militare ungherese: sospetti di sostegno a Dodik
Il ministro della Difesa della Bosnia ed Erzegovina ha negato il permesso di sorvolo e atterraggio a un aereo militare ungherese, sospettando il suo legame con il sostegno a Milorad Dodik.

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Il ministro della Difesa della Bosnia ed Erzegovina, Zukan Helez, ha vietato all'aereo militare ungherese di attraversare lo spazio aereo del paese e di atterrare sul suo territorio.
Secondo lui, la decisione è stata presa sotto la pressione sia interna che internazionale.
Inizialmente, l'Ungheria aveva richiesto il permesso di atterraggio all'aeroporto di Sarajevo e successivamente a Banja Luka. Tuttavia, Helez ha messo in dubbio lo scopo di questo volo, specialmente nel contesto dell'invio di un'unità speciale ungherese nella Repubblica Serba.
Il ministro ha espresso la sua convinzione che la presenza delle forze militari ungheresi possa essere collegata al sostegno al leader della Repubblica Serba, Milorad Dodik, che sta cercando di minare l'unità della Bosnia ed Erzegovina.
"Non potevo permettere che un aereo militare di un paese che sostiene apertamente Dodik atterrasse sul territorio della Bosnia ed Erzegovina", ha dichiarato Helez.
Ha sottolineato che Budapest offre a Dodik un chiaro sostegno politico ed economico e che la presenza di militari ungheresi accresce la preoccupazione per una possibile ingerenza negli affari interni del paese.
La decisione di Helez ha suscitato scalpore. Il ministro ha ammesso di aver subito pressioni sia da parte dei partner internazionali che da ambienti politici interni.
Nonostante ciò, rimane fermo nella sua decisione. "Per me, nulla è più importante dell'integrità territoriale della Bosnia ed Erzegovina. Qualsiasi pressione conferma solo che la mia scelta è stata quella giusta", ha sottolineato.
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán continua a sostenere pubblicamente Dodik, mentre Belgrado difende attivamente la sua posizione.
Ricordiamo che il leader dei serbi bosniaci, Milorad Dodik, è stato condannato a un anno di carcere e gli è stato vietato di svolgere attività politica per sei anni per aver disobbedito a un ordine del funzionario internazionale Christian Schmidt.
Dodik ha ignorato il processo giudiziario e ha minacciato misure radicali, incluso un possibile distacco della Repubblica Serba.
I suoi sostenitori stanno protestando, sostenendo che Schmidt non ha l'autorità necessaria, poiché la sua nomina non è stata approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.