14.07.2025 Italia
1237 giorno dall'invasione barbarica dell'Ucraina

Oggi a Bruxelles si discuterà del sostegno all'Ucraina, delle sanzioni contro la Russia e delle capacità di difesa dell'Unione Europea

I ministri degli Esteri dell'UE discuteranno oggi a Bruxelles dell'assistenza all'Ucraina, delle sanzioni contro la Russia e della situazione in Medio Oriente. Le decisioni potrebbero influenzare il futuro dell'Europa.

Olga Demidenko
Consiglio europeo
Consiglio europeo, foto illustrativa
Foto: wikipedia, CC BY 2.0

Oggi a Bruxelles si tiene una riunione del Consiglio dell'UE per gli Affari Esteri, in cui i ministri degli Esteri degli Stati membri discutono questioni chiave di politica internazionale. Le informazioni su questo incontro sono pubblicate sul sito del Ministero degli Esteri tedesco.

L'attenzione principale è rivolta al sostegno all'Ucraina, all'ampliamento delle sanzioni contro la Russia e al rafforzamento dei legami transatlantici.

La riunione si svolge sullo sfondo dei negoziati per un cessate il fuoco in Arabia Saudita e del vertice del G7 in Canada. L'UE intende aumentare il sostegno militare e finanziario all'Ucraina per rafforzare la sua posizione nei potenziali negoziati con la Russia.

Un ruolo importante nella discussione è svolto dal ministro degli Esteri ucraino Andriy Sybiha, che parteciperà alla riunione online.

Un altro tema chiave è quello delle sanzioni contro la Russia. I ministri discuteranno nuove misure restrittive e il prolungamento delle sanzioni esistenti per sei mesi.

Parallelamente, è in corso il lavoro per aumentare le capacità di difesa dell'UE, inclusa l'iniziativa REARM per il finanziamento di progetti militari.

Oltre all'Ucraina, l'attenzione è rivolta al Medio Oriente. L'UE chiede a Israele di garantire l'accesso agli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e sostiene il piano arabo per la ricostruzione della regione.

In precedenza è stato riferito che l'Unione Europea ha prorogato le sanzioni contro la Russia fino a settembre, rimuovendo tre nomi dall'elenco dopo discussioni con l'Ungheria, che aveva chiesto la revoca delle restrizioni per otto persone.