Crollo della borsa statunitense: il peggior calo di Nasdaq e S&P 500 degli ultimi quattro anni
I dazi commerciali annunciati da Donald Trump hanno provocato un crollo degli indici azionari statunitensi — gli investitori non si aspettavano misure così drastiche e hanno venduto in massa i propri asset.

Giovedì 3 aprile, il mercato azionario statunitense ha registrato il maggior calo dal 2020, riporta Interfax-Ucraina.
Il motivo è stato l’annuncio di nuovi dazi commerciali da parte dell’ex presidente Donald Trump. Ha dichiarato l’introduzione di tariffe sull’importazione da diversi paesi, tra cui Cina, UE, Giappone, Vietnam e Taiwan.
Il tasso minimo sarà del 10% e entrerà in vigore il 5 aprile, mentre tariffe più elevate saranno applicate a partire dal 9 aprile. Per la Cina il dazio sarà del 34%, per l’UE del 20%.
A seguito di queste dichiarazioni, l’indice Nasdaq è crollato del 5,97%, lo S&P 500 del 4,84% e il Dow Jones di quasi il 4%. È il peggior risultato dalla crisi pandemica.
La notizia ha colto di sorpresa gli investitori: il mercato non aveva previsto uno scenario così aggressivo. I titoli dei giganti tecnologici e dei rivenditori sono crollati. Apple ha perso 300 miliardi di dollari di capitalizzazione, con un calo delle azioni del 9,3%. Anche Amazon (-9%), Nvidia (-7,8%) e HP (-14,7%) hanno subito forti ribassi.
Le aziende più colpite sono quelle che dipendono dalle forniture asiatiche. Le azioni Nike sono scese del 14,4% a causa della forte dipendenza dalle fabbriche in Vietnam. In ribasso anche Dollar Tree (-13,3%), Walmart (-2,8%) e Target (-10,9%).
Anche il settore bancario è stato colpito duramente: l’indice KBW Bank ha perso il 9,9%, mentre Bank of America è scesa dell’11,1%.
Secondo gli analisti, gli investitori temono non tanto i dazi stessi quanto i loro effetti sull’economia: l’aumento dei prezzi, il calo della domanda dei consumatori e la crescente incertezza.
Inoltre, a causa dei dazi introdotti da Trump e dei crescenti timori di recessione, gli investitori stanno rapidamente abbandonando gli asset rischiosi, portando a un calo del dollaro rispetto all’euro e allo yen; i mercati stanno sempre più scontando la possibilità di un allentamento anticipato della politica monetaria da parte della Fed.