17.05.2025 Italia
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La Cina aumenta drasticamente i dazi sulle merci statunitensi in risposta alle nuove tariffe di Washington

Dopo la decisione degli Stati Uniti di aumentare i dazi sulle importazioni cinesi all’84%, Pechino ha annunciato misure speculari, intensificando il conflitto commerciale tra le due potenze.

Oleksandr Budariev
Bandiere della Cina e degli Stati Uniti
Bandiere della Cina e degli Stati Uniti, foto illustrativa

L’8 aprile 2025 il governo degli Stati Uniti ha deciso di aumentare i dazi sulle merci cinesi dal 34% all’84%, motivando la scelta con la necessità di ristabilire un “equilibrio commerciale”.

In risposta a tale decisione, che la Cina considera una grave violazione delle regole commerciali internazionali e un attacco ai propri interessi legittimi, il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ha approvato contromisure.

A partire dal 10 aprile, alle ore 12:01 (ora di Pechino), la Cina aumenterà i dazi sulle importazioni statunitensi allo stesso livello — 84%.

Lo si apprende dal quinto comunicato ufficiale del Comitato tariffario doganale del Consiglio di Stato cinese.

Le autorità cinesi sottolineano che la decisione è stata presa nel pieno rispetto delle leggi nazionali e dei principi fondamentali del diritto internazionale.

Restano valide tutte le altre disposizioni del precedente annuncio.

Nel frattempo, Donald Trump ha dichiarato in un post che questo è il momento ideale per trasferire le aziende negli Stati Uniti. Ha affermato che aziende come Apple lo stanno già facendo a ritmo record.

Secondo lui, il trasferimento negli USA garantisce dazi pari a zero, connessioni elettriche quasi immediate e nessun ritardo dovuto a normative ambientali. L’ex presidente ha esortato gli imprenditori ad agire subito e senza indugi.

Ricordiamo che Donald Trump ha annunciato l’introduzione di un dazio del 10% su tutte le importazioni negli USA a partire dal 5 aprile. Dal 9 aprile, quasi tutte le merci, tranne quelle strategicamente importanti, saranno soggette alle nuove misure. I dazi resteranno in vigore finché gli Stati Uniti non otterranno “condizioni commerciali eque”.

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